Fare la mamma è un lavoro difficile. Non perché stai con tuo figlio 24 ore su 24, imparando a conoscere un esserino diverso da te, ma perché devi schivare, con grande destrezza, mille insidie dall’esterno. Anche se hai la fortuna, come nel mio caso, di avere la famiglia che ti appoggia, non puoi pensare di essere al sicuro. Le insidie sono dietro l’angolo.
Visita filtro dei cinque mesi. “Signora, gli tolga il pasto di notte. Il bambino può farcela benissimo!”. “Ma lui quando si sveglia, piange. Piange perché ha fame…” Sorrisino “…e se piange, che faccio?” “Signora, il bimbo pesa quasi otto kili, di certo non è una necessità metabolica. Glielo tolga.”
Una sola frase, mille dubbi.
Ho allattato Achille a richiesta dal primo giorno. Ho preteso il contatto pelle a pelle fin dal primo momento e per 24 ore. Ho atteso che lui, piccolo ma espertissimo, cercasse a poco a poco il mio seno per la prima poppata. E così dopo un po’, qualche minuto o forse più, è arrivato alla meta e si è attaccato. Come se lo avesse sempre fatto.
Me lo avevano detto, spiegato, più e più volte, che la Natura è incredibile e quegli esserini così piccoli e apparentemente inesperti, sanno esattamente cosa fare, se gli è loro permesso. Ma non ne avevo la certezza, tutto sommato IO non avevo provato.
Ecco, lì ho capito che era tutto vero. Non ho dovuto fare nulla, ha fatto tutto lui. A pochi minuti dal parto, nonostante tutto, nonostante sia stato più complicato del previsto, ho provato un’inaspettata sensazione di benessere e d’intimità con quell’esserino, che non ci ha più abbandonati.
Da quel momento l’ho ascoltato. Piange per la fame, gli dò da mangiare. In questi giorni si lamenta per il caldo, gli dò da bere. Vuole una coccola, e coccola sia.
Eppure, nonostante tutto, quella frase del pediatra mi ha messo in difficoltà. Anzi, peggio. Ho rischiato di mandare all’aria tanto lavoro fatto su me stessa.
Allattare non è stata una scelta scontata per me. Sono sempre stata convinta di non voler allattare. Nei primi mesi col pancione ne ero praticamente certa. L’idea di avere qualcuno perennemente attaccato alla tetta mi metteva a disagio. Mi faceva un po’ impressione. Man mano che passava il tempo però ho iniziato a chiedermi se davvero ne fossi convinta. L’ansia aumentava e per cercare di stare tranquilla, mi sono detta: eli, prova e vedi come va, se dopo qualche tentativo non ce la fai, non succede nulla. Ma non bastava. Non ero serena. Così ho cercato, per il corso preparto, un’associazione che aiutasse le donne con l’allattamento al seno. E l’ho trovata. A poco a poco mi sono lasciata andare, mi sono fatta guidare e l’allattamento è partito col piede giusto. Tutto il resto è venuto di conseguenza.
Sì, con quella frase del pediatra ho rischiato di mandare all’aria tutto questo. Mi sono fatta prendere dai dubbi. Tanto che la prima notte ho provato a fare quello che mi aveva detto il pediatra. Risultato: due ore di pianto, poi coccole, poi gioco e sue risate…e tanto sonno mio e di Davide. Due ore che si sono concluse con la tetta quando, stremato dal sonno, piangeva di stanchezza. Ci ho riprovato anche la seconda notte. Poi basta. Mi sono ricordata che fino a quel momento avevo ascoltato lui e le sue necessità ed era andato tutto bene. E la terza notte alle 5 l’ho allattato, come sempre.
La visita dal pediatra è stata due settimane fa. Oggi posso dire che, da una settimana, Achille salta la poppata delle 5. Ha fatto tutto da solo. Ha deciso lui che di notte preferisce dormire. Da una settimana dorme 6 ore filate. E si sveglia la mattina alle 7 col sorriso, aspettando serenamente le 8.30 prima di chiedere di nuovo di mangiare.
Ho rischiato di stressare me e lui per nulla. Mi chiedo, una sola frase ha tutto questo potere? Sono davvero così sensibile? Forse debole?
Sì, e penso che tante mamme mi possano capire e magari tante si sono fatte stressare come me, o più di me, da fatti simili.
Achille ha dei meravigliosi addominali da latte e va bene così. Con i suoi 8kg a 5mesi, in piscina si distingue per rotondità. Mi sono detta che ho scelto di allattarlo a richiesta e continuerò a farlo, latte permettendo, almeno fino all’anno. E anche quando inizierà a mangiare altri cibi lo ascolterò. Mi sono ricordata che è questo ciò mi piace del BLW. Che ascolti il bambino. Certo, lo guidi, gli dai opzioni e consigli. Vigili su di lui. Lo osservi e intervieni se ce n’è bisogno, ma rispetti le sue scelte. Nell’alimentazione, così come in tante altre cose.
Noi andiamo…chi viene?
Ciao Eli,
Mi sembri me 5anni e mezzo fa con Ethan.
Mi ci rivedo molto in te.
…
Comunque parlando dei dubbi che ti mettono gli altri, sappi che ci saranno sempre anche se sei al terzo figlio! Pensa che io ho mia madre che per tutti e tre mi ha detto e sta dicendo di dargli l’aggiunta perché il mio latte nn è sufficiente e la bimba deve crescere.
Nn hai idea dei dubbi che mi fa venire e del lavoro che ogni volta devo rifare su me stessa.
Sì forte!!! Mi raccomando!
Ascolta tutti e tutto e poi fai di stomaco e di testa tua, sono la migliore soluzione e modo di vivere migliore (so già che lo fai)
Un abbraccio
Silvia
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Hai ragione,cerco di fare di testa e stomaco mio.come dice una mia amica mamma … Fallo col cuore e fai bene! Certo che tu che sei al terzo di consigli da dare ne hai proprio tanti 🙂
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Credo che tutte le mamme che allattano prima o poi si fanno fregare dal parere di qualcuno.
Ma la nostra forza sta nel ricordarci che per quanto riguarda l’allattamento siamo solo ed unicamente noi ed i nostri cuccioli a sapere, anche se pensiamo di non saperlo, come procedere.
Io non ho allattato la prima figlia perché non ho ricevuto le giuste indicazioni, ma ora che sono riuscita a creare questo bellissimo rapporto col secondogenito (oltre al fatto che a tre mesi è un cicciobombo di 7 chili quasiemezzo) non permetto a nessuno di intromettersi!
Quindi bravissima, continua cosi!
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Grazie! Sì, hai ragione. Bisogna ricordarsi sempre che quello che si sente è la cosa migliore per entrambi. Pensa che ieri Achille ha voluto mangiare parecchie volte e non capivo il perché. Oggi ho notato di avere più latte dei giorni passati…probabilmente attaccandosi spesso ha fatto in modo che la produzione aumentasse :). E comunque penso che il problema di essere bersagliate dall’esterno tocchi tutte le mamme…che allattano o che non allattano, per necessità o per scelta. Se ne dovrebbe parlare di più, che ne dici? Così da sentirsi più forti 🙂
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